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L’epidemia di Burnout nel mondo ICT
Il burnout nel settore ICT sta emergendo come una crisi globale, minacciando il benessere dei professionisti e la stabilità delle aziende.
Lo studio Yerbo condotto su 32.664 professionisti ICT di 30 paesi offre una visione allarmante: il 62% dei lavoratori nel settore si sente emotivamente esausto, e ben il 42% è ad alto rischio di burnout. Tra questo 42%, la metà prevede di lasciare il proprio lavoro entro i prossimi sei mesi. Questo dato è preoccupante, in quanto il settore ICT è uno dei pilastri dell’economia digitale globale, e la perdita di competenze a causa del burnout potrebbe avere conseguenze devastanti sulle aziende. Le persone a rischio di burnout non solo sperimentano esaurimento emotivo, ma spesso diventano inefficaci nel loro ruolo, sviluppano un atteggiamento cinico e perdono la capacità di comunicare e collaborare efficacemente con i colleghi. Questo ha implicazioni non solo per il benessere individuale, ma anche per la produttività e l’efficienza complessiva dei team di lavoro.La crescita del burnout nel settore ICT è in linea con la ricerca scientifica presentata nel Journal of Occupational and Environmental Medicine, che indica che il burnout sta diventando una realtà comune in molte industrie, con particolare incidenza nel mondo dell’informatica. I cambiamenti tecnologici e il ritmo frenetico del lavoro hanno portato a una maggiore diffusione del burnout rispetto ad altri settori. Il technostress, una forma specifica di stress legata all’uso delle tecnologie, è particolarmente rilevante nel mondo ICT. L’uso intensivo e continuativo delle tecnologie digitali, sebbene necessario e spesso inevitabile, ha dimostrato di essere una fonte aggiuntiva di stress lavorativo. Questo fenomeno, definito “technostress”, è stato identificato come uno dei principali fattori che contribuiscono al burnout dei lavoratori nel settore tecnologico.
Il problema che risolviamo
Il nostro obiettivo principale è colmare il divario tra talenti e aziende. Da un lato, ci sono professionisti altamente qualificati, tanto ricercati quanto l’acqua nel deserto. Dall’altro, aziende ambiziose desiderose di assumerli. Tuttavia, nonostante la forte domanda e offerta, il collegamento non avviene sempre.
Una delle principali cause di questo disallineamento è la carenza di competenze fondamentali. Anche se un talento può eccellere nelle abilità tecniche (hard skills), spesso manca quel “qualcosa in più” che fa la differenza: le soft skills.
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Le Cinque Dimensioni del Technostress nel mondo ICT
Il technostress è stato classificato in cinque dimensioni principali, ciascuna delle quali contribuisce allo sviluppo del burnout tra i lavoratori ICT.
Sovraccarico Tecnologico
Questo avviene quando i dipendenti sono costantemente bombardati da nuove informazioni e richieste legate alla tecnologia. La continua evoluzione delle tecnologie richiede una costante aggiornamento e apprendimento, che può portare i lavoratori a sentirsi sopraffatti e incapaci di tenere il passo.
Complessità Tecnologica
I lavoratori ICT devono spesso affrontare tecnologie complesse che richiedono competenze tecniche avanzate. Gestire sistemi complicati, risolvere problemi tecnici e lavorare con una vasta gamma di strumenti digitali può aumentare il carico cognitivo, generando stress e ansia.
Insicurezza Tecnologica
L’insicurezza tecnologica si manifesta quando i dipendenti percepiscono che la loro posizione lavorativa potrebbe essere minacciata dall’avanzamento della tecnologia. Con l’automazione e l’intelligenza artificiale che diventano sempre più sofisticate, molti professionisti del settore ICT temono che il loro ruolo possa diventare obsoleto, contribuendo a un clima di incertezza e preoccupazione.
Incertezza Tecnologica
L’incertezza deriva dalla rapidità con cui le tecnologie cambiano. I lavoratori possono trovarsi a dover adattare costantemente le proprie competenze a nuove piattaforme o strumenti, senza avere una chiara visione di ciò che sarà richiesto in futuro. Questa mancanza di stabilità aumenta il senso di vulnerabilità.
Invasione Tecnologica
Questo fenomeno, noto anche come “techno-invasion”, si riferisce alla fusione tra vita lavorativa e personale, una conseguenza dell’accesso continuo alle tecnologie digitali. Con l’avvento dello smart working e delle tecnologie mobili, i confini tra il lavoro e la vita privata sono diventati sempre più labili, causando conflitti tra gli impegni professionali e familiari. Questo può portare a quello che viene chiamato il il burnout digitale che è uno stato di esaurimento mentale, emotivo e fisico causato dall’uso prolungato di dispositivi digitali.
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